venerdì 30 aprile 2010

Sindaci sceriffo, solo un flop

Sindaci sceriffo, solo un flop

Inviato da redazione il Ven, 30/04/2010 - 12:30

Alessio Postiglione

FENOMENO LEGA. I primi cittadini di molti piccoli centri del nord hanno varato negli anni un lungo elenco di ordinanze che combinano l’acrimonia xenofoba con la boutade carnascialesca. Alcuni disarmanti esempi.

Più che sindaci-sceriffo, sono dei veri e propri sindacirambo. L’onda verde della Lega sommerge il profondo Nord con un mare di ordinanze e regolamenti comunali che combinano l’acrimonia xenofoba con la boutade carnascialesca. Anche se, purtroppo, c’è solo da piangere. Dalle ordinanze contro il kebab o contro i cigni, alle più tristi diffide a rom o ad extracomunitari a stanziarsi su di un territorio. Il verde di questi paesini lindi e fioriti, fra valli profumate di lavanda, stride con la cattiveria che trapela dai manifesti che gridano “Fuori dalle palle”, “Immigrati, torturarli è legittima difesa!”, “Via gli zingari”. Già. Perché all’inizio si rideva delle ordinanze di Gentilini contro i cigni, salvo poi dover riconoscere la pericolosità di un personaggio che, fra inni a sparare agli immigrati, a cacciare “i culattoni”, o ad “eliminare i bambini dei [sic] zingari”, ha fatto scuola.

L’ultimo arrivato è Danilo Lancini, sindaco di Adro, in provincia di Brescia, assurto al disonore delle cronache per la mensa vietata ai figli degli immigrati morosi. Lancini è un instancabile inventore di norme anti-immigrati; dalla residenza lunga minimo 18 anni ad Adro per accedere alle case popolari, all’infame bonustaglia per i vigili urbani; cinquecento euro per ogni clandestino catturato. Il brillante codex adrensis segue l’altra ignominiosa iniziativa del comune leghista di Coccaglio denominata, oltre ogni decenza, White Christmas. L’ordinanza che vieta la sosta in comune per “nomadi e zingari”, stata praticata a Guidizzolo, Ceresara, Bozzolo, San Giovanni del Dosso, Castelbelforte e Pomponesco; il mentore del provvedimento è stato il sindaco guidizzolese Graziano Pellizzaro, novello Beccaria. Al sindaco di Cittadella Bitonci, invece, si deve l’ordinanza che negava i certificati di residenza agli immigrati poveri. Le fervidi menti padane escogitano norme senza sosta.

Roberto Manenti, sindaco di Rovato, scrisse un’ordinanza che, nel “paese delle mille chiese”, impediva di fatto la mobilità, non solo ai musulmani, ma anche agli atei. “Vista la necessità di salvaguardare i valori cristiani dalla incessante contaminazione di altre religioni, il sindaco dispone il divieto, ai non professanti la religione cristiana, di accedere ai luoghi di culto”. Il testo sanciva un’area di sicurezza ben oltre il sagrato: 15 metri. Manenti, intanto, famoso per le ordinanze anti-prostitute, è stato condannato, in I grado, per stupro di una lucciola rumena. Per evitare le rumorose adunate sediziose degli immigrati armati di kebab, Franco Orsi, sindaco di Albisola, è giunto a vietare all’intera città il centro storico: «Nessuno potrà entrare nel centro storico dalle 3 alle 6 del mattino di tutti i sabato e domenica. Neppure i pedoni».

Il sindaco Alessandro Montagnoli di Oppeano, svestiti i panni dello sceriffo, ha vestito quelli dell’amministratore di condominio, stabilendo che, in ogni palazzo, non ci siano immigrati per più del 30%. Enzo Bortolotti, di Azzano Decimo, invece, si è buttato sulla gastronomia fusion: in paese è lecita la vendita di cous cous, kebab e pollo al curry «soltanto se accompagnati a polenta, brovada e musetto». Alla fine, anche il sindaco di una grande città, Milano, si è messo al passo con la verve valligiana.

«Abbiamo chiesto al ministro dell’Interno Roberto Maroni – ha dichiarato Letizia Moratti, lo scorso marzo - di estendere, con un decreto legge, la possibilità per la polizia di Stato di fare irruzione in un locale non solo per i reati di terrorismo o droga, ma anche di clandestinità ». L’ordinanza della Moratti obbliga, a suon di una multa da 450 euro, anche proprietari e inquilini a depositare i contratti d’affitto e a dichiarare chi occupa gli alloggi; mentre gli amministratori di condominio devono segnalare le irregolarità negli stabili. Insomma, il meccanismo normativo di delazione introdotto da quella legge che prevedeva l’obbligo (poi ritirato) dei medici di denunciare i clandestini, ora viene esteso a proprietari, inquilini e amministratori.

http://www.terranews.it/news/2010/04/sindaci-sceriffo-solo-un-flop

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