sabato 24 aprile 2010

Adro diviso dopo la diretta tv

Adro diviso dopo la diretta tv

LA MENSA CONTESTATA. Oltre cinque milioni di telespettatori hanno visto l'altra sera «Annozero» in collegamento dal paese della Franciacorta

Il sindaco: «Vergognoso, tutta una montatura» Ma c'è chi critica: «Troppe urla, che figura!» e le madri della contesa tornano a salutarsi a scuola

24/04/2010

Adro. Michele Santoro ieri mattina avrà sorriso buttando un occhio all'auditel: «Annozero» giovedì sera è stato visto da 5 milioni e 844 mila telespettatori, share al 23,89 per cento. Un trionfo che ha sbaragliato sia la «Donna detective» di Rai Uno che i «Ris-Roma» di Canale 5. Ad Adro, il giorno dopo la diretta dalla mensa, dopo le urla, le accuse, gli strepiti che hanno fatto il giro d'Italia allargando ulteriormente i confini della disputa su quei bambini lasciati senza pasto perchè le famiglie non pagavano, si sorride un po' meno. Su entrambi i fronti: chi difende la scelta di escludere i bimbi dalla mensa e si sente offeso dalle parole dell'anonimo benefattore, accusa la tv di strumentalizzazioni; chi sta dalla parte opposta o, semplicemente, è più moderato nei termini osserva come tanta bagarre non ha giovato a nessuno, nè ad un dibattito approfondito, nè tantomento all'immagine del paese.

«NON MI SAREI mai attesa un simile clima, tanto più che tutto si era già risolto» ha ammesso quasi spaventata l'altra sera all'uscita dalla diretta Paola Paiola, l'odontoiatra di Gavardo, segretaria di «Smile mission» ed emissaria in Franciacorta per il missionario che dal Congo aveva donato 600 euro alla mensa.

Graziella Giuseppina Paganotti, presidente dell'associazione che gestisce la refezione e contestata duramente in diretta nazionale, non ha dubbi: «Ho ricevuto decine di telefonate da mezza Italia e tutte univoche. Chi ha visto la trasmissione ha avuto modo di farsi un'idea: ringrazio la dottoressa Paiola, che in mattinata ha versato la retta di un bimbo per un anno e per la solidarietà che ci ha dato».

«È una vergogna - rilancia invece Oscar Lancini il sindaco di Adro, fra i protagonisti della serata - che gli italiani paghino il canone perché la Rai non sta facendo servizio pubblico. Annozero ha montato una trasmissione su Adro che non corrisponde alla realtà, facendo passare per razzista il nostro paese solo per attaccare la Lega a livello nazionale. La sinistra che ad Adro ha lanciato il sasso innescando la polemica non si è neppure fatta vedere». E Giuseppe Vezzoli, segretario delle Lega di Adro (alle Regionali il centro destra ha ottenuto il 73,53% con il Carroccio al 45,58% dei consensi) rincara la dose: «Adro è nota per il detto "laora per la ciesa de Ader" che ricorda l'impegno degli adrensi che per per oltre cento anni hanno lavorato gratis per costruirsi la chiesa. Da allora gli adrensi si distinguono per solidarietà e volontariato e tra loro ci sono benefattori realmente anonimi come chi ha pagato per il rifacimento del tetto della chiesa di San Rocco e chi ha saldato con 50mila euro gli investimenti della banda. E per finire i pakistani intervistati nel corso della serata (in un filmato in cui denunciavano di lavorare in nero per una ditta locale per pochi euro al giorno, ndr) sono venuti a chiedere scusa».

È POMERIGGIO e nel «cuore della notizia», davanti alla scuola, le mamme e qualche nonno discutono e si accendono anche se è difficile scucire nomi e cognomi: «È tutto sbagliato - dice una di loro -. Si è travisato tutto portando la questione in politica e puntando i piedi. Un benefattore può fare ciò che vuole dei suoi soldi e non vedo perché non possa parlare». «Siamo partiti dalla mensa per finire in politica - dice l'amica - con accuse di razzismo ingiustificate e adesso abbiamo avuto una pubblicità più che sufficiente». Poco distante Federica C., studentessa, sta con il sindaco ma con qualche distinguo: «L'ho guardata a strappi perché doveva fare i compiti. Il sindaco in parte ha ragione, ma mi sembra stupido prendersela con il benefattore che ha risolto il problema».

Davanti alla scuola si incontrano anche Eliana, adrense, capelli ricci e biondi, e Samira, maghrebina con accento bresciano. Davanti a Sandro Ruotolo si erano quasi accapigliate, ora si salutano pur senza trasporto. «Non siamo razzisti anche se abbiamo opinioni diverse» ribadisce Eliana. «Eravamo in poche e non abbiamo avuto spazio - dice Samira e continua -. Stamattina alcuni genitori mi hanno salutato altri no, ma non si può fare di ogni erba un fascio e dire che sono tutti razzisti. Lavoro a Adro da undici anni: ho sempre pagato la mensa e continuo a pagarla, ma ci sono persone che hanno perso il lavoro e sono in difficoltà. Anche noi dobbiamo essere più uniti per far valere i nostri diritti di gente onesta che paga le tasse».

Qualche mamma attende il figlio di ritorno dalla gita e pensa all'immagine del paese: «Non si può andare in televisione urlando, applaudendo, facendo gestacci come in uno stadio. Abbiamo fatto un figuraccia difficile da cancellare, al di là delle ragioni di ciascuno». «Che esempio abbiamo dato ai nostri figli ieri davanti alla tv - si chiede un'altra -? E poi pretendiamo che imparino l'educazione»

POCO LONTANO dietro il bancone una barista ha voglia di calare il sipario: «La vicenda è andata troppo oltre e ne pagheremo tutti le conseguenze con un danno di immagine per tutto il paese». Ma un papà torna a contestare la donazione del missionario: «Se manda qui i soldi significa che non gli servono: quindi inutile mandarglieli». I cameramen di Annozero sono già in viaggio per Roma, ma a Adro i microfoni nessuno li ha ancora spenti.

Giancarlo Chiari

http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/146056_adro_diviso_dopo_la_diretta_tv/

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