giovedì 15 aprile 2010

LA PROTESTA DI ADRO



La protesta di Adro, una delle prime manifestazioni "contro la solidarietà" di cui abbia avuto notizia nella mia vita, è sintomatica del modo di intendere il denaro e il benessere nelle lande del voto a PDL e Lega Nord.

Il motivo delle agghiaccianti polemiche contro il brav'uomo che ha dato un po' di soldi per ripianare i debiti della mensa è che coloro che la pagano si sentono trattati "ingiustamente": se alcuni non ce la fanno a pagare, per quanto li riguarda, devono vedere i loro figli umiliati e tenuti a digiuno per "rispetto" a coloro che invece pagano e quindi possono mangiare lautamente e con pieno diritto.

E' una concezione profondamente malata del denaro ma si attaglia molto bene alla visione del mondo pidiellin-leghista nel nord.

Secondo tale concezione, il denaro è misura del valore dell'uomo e il "punteggio" raggiunto dev'essere ben visibile: chi non può permettersi di pagare deve essere additato e canzonato, possibilmente accusato di fannullismo e incapacità, e di conseguenza subire la pubblica umiliazione anche per quello che riguarda le necessità più essenziali, e anche se è semplicemente un bambino senza alcuna responsabilità per la situazione familiare in cui si trova.

Per queste belve cresciute a rampantismo iper-individualista, evasione e razzismo sociale, il denaro che possono esibire E' la ragione fondamentale della propria soddisfazione esistenziale. E qui sta l'origine della mobilitazione: se i bambini possono mangiare anche quando le loro famiglie non hanno i soldi per pagare la mensa, non si ha segno tangibile, di fronte alla "comunità", della gerarchia sociale.

Questo provoca una rabbia tremenda nei poveri tapini pidiellin-leghisti, proprio perché, ripeto, la loro soddisfazione nella vita è affermare una raggiunta superiorità economica e potersi distanziare dagli "straccioni" e dagli "sfigati". Non a caso, il modo che hanno di spendere quel che guadagnano è spesso fortemente orientato a paccottiglia inutile ma vistosissima.

Il fenomeno è tanto più evidente quanto più contenute sono le dimensioni del centro abitato e dunque i rapporti di controllo reciproco "comunitario" sono più stringenti.

La solidarietà, per questi individui, non può esistere se è separata dall'umiliazione nei confronti di chi vi ricorre: non può essere segreta e disinteressata, dunque espressione di un sentimento genuino di prossimità ad un altro uomo, ma deve essere pubblicamente riconosciuta e chi vi ricorre deve ufficialmente rinunciare alla propria dignità, per essere oggetto di carità pelosa e diventare così un altro fattore di "soddisfazione" differenziale.

http://groups.google.com/group/it.politica/browse_thread/thread/64f18ac0b9aeeaaa/8ce7f58402883f19?lnk=raot&pli=1

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